Laboratorio Salute Mentale

Home Chi siamo Licenza e Disclaimer Privacy

Mindfulness e Psicoterapia

Fonte: Recensione e commento a “Mindfulness e Cervello” (2009) di D. Siegel a cura di Vito Petruzzellis

Le considerazioni qui riportate prendono spunto dalla sollecitazione espressa da Siegel nel suo ultimo volume “Mindfulness e Cervello” (2009), sulla utilità di integrare la meditazione all’interno delle pratiche psicoterapeutiche.

Questa problematica è affrontata da Siegel a partire dal racconto della sua esperienza diretta di partecipante ad una esperienza di pratica meditativa, e attraverso l’approfondimento delle questioni in un modo scientificamente fondato.
Offre così la possibilità non usuale di assistere al confronto tra il Siegel scienziato e terapeuta ed il Siegel persona, con le sue particolarità, le sue difficoltà, ed anche il suo bisogno di relazione e di conoscenza.
Provo a sintetizzare.
La concettualizzazione di Siegel si muove intorno a due cardini basilari del funzionamento mentale:

l’ integrazione mentale e la consapevolezza mindful.

L’autore sostiene infatti che la mindfulness, – orientamento scientifico che si richiama alla tradizione meditativa Vipassana, derivante dalla tradizione buddhista Thervada, integrata con la psicologia cognitiva di Aaron Beck – si rivela in grado di favorire le funzioni integrative della mente sia in ambito fisiologico che patologico.
Per descrivere le caratteristiche dell’ integrazione mentale fa ricorso alla metafora della ruota.Nel senso che i raggi rappresentano i tanti e diversi canali percettivi, mentre il mozzo ha la funzione di connetterli centralmente con le emozioni, i pensieri, le conoscenze, integrando i diversi aspetti propri della coscienza individuale e mantenendo al tempo stesso un asse di stabilità e di coerenza unitaria. Continua..

Resilienza e Corporeità

Fonte: “RESILIENZA e CORPOREITA’ ” a cura di Vito Petruzzellis (Relazione presso l’Istituto di Psicologia Funzionale Corporea del 29/11/08)

RESILIENZA E SALUTOGENESI

Resilienza è un termine che ha assunto un significato complesso in campo psicologico, in riferimento ai meccanismi che rendono possibile il superamento di condizioni ed eventi esistenziali particolarmente difficili.

Deriva dalla radice latina “resilire=rimbalzare”, indicante la durezza del metallo nel resistere ai colpi e riprendere forma.

Più di recente, in lingua inglese (resilience) è diventato un termine per indicare una reazione positiva alle esperienze avverse, soprattutto ai traumi psicologici in età evolutiva. Continua..

Epistemologia gruppoanalitica e articolazione dei setting terapeutici in un DSM

Fonte: “Epistemologia gruppoanalitica e articolazione dei setting terapeutici in un DSM” di Nicoletta Della Torre, pubblicato in www.rivistaplexus.it

IL CAMMINO PERCORSO

I “primi passi” nella relazione d’aiuto:”scontro” con la complessità del lavoro sociale e clinico

Sono arrivata alla formazione in Gruppoanalisi dopo molti anni di lavoro “in prima linea” nel sociale, attraversando la formazione in DanzaMovimentoTerapia Espressivo-Relazionale con il dr. V. Bellia e un’esperienza personale di psicoterapia gruppoanalitica.

Ho cominciato durante gli anni universitari a “mettermi in gioco”, riuscendo spesso a sperimentare il positivo innescarsi di un circolo virtuoso tra motivazione allo studio e all’approfondimento teorico ed entusiasmo e curiosità nelle prime esperienze lavorative nel variegato mondo delle cooperative sociali. Nei tredici anni ormai trascorsi di lavoro in ambito sociale, educativo, psicologico, clinico e riabilitativo, ho cumulato esperienze “sul campo” come operatrice, come psicologa e come danzamovimentoterapeuta-psicologa, vivendo la possibilità di confrontarmi con vari contesti, sia ambulatoriali che residenziali, e con molteplici tipologie di utenti, per lo più con progetti a tempo limitato, fino a quello che da quattro anni è la mia principale attività presso un Istituto Clinico Riabilitativo per il trattamento multidisciplinare dei disturbi del comportamento alimentare e dell’obesità. Continua..

Decostruzione nosografica in un campo gruppale: peculiare rammendo di una vita nella tessitura dei sogni

Fonte : “Decostruzione nosografica in un campo gruppale:peculiare rammendo di una vita nella tessitura dei sogni” di Gerardo Di Carlo e Lorenzo Mosca pubblicato in www.rivistaplexus.it

Le diagnosi di Rita

La documentazione sulla storia clinica di Rita inizia dal primo ricovero a Roma a fine dicembre 1992; dalla paziente ci sono state riferite notizie poco circostanziate rispetto ai precedenti contatti con i servizi di igiene mentale.

Dalle cartelle di ricovero si può osservare un’estrema volatilità dei quadri clinici, che variano sia tra i differenti servizi, sia all’interno dello stesso ricovero. Ripetutamente emerge la sensazione degli operatori sanitari di essere di fronte ad una donna che finge, che ha un’attitudine manipolativa e la cui sintomatologia varia secondo i sintomi che le vengono suggeriti. A queste intuizioni non fa seguito, però, un approfondimento che chiarisca la reale situazione di vita della paziente. Continua..

I sintomi-base. Percorsi verso l’alienazione mentale

Fonte: ”I sintomi base. Percorsi verso l’alienazione mentale” di Egidio Bove

La teoria dei sintomi base, delineata dal gruppo di Bonn diretto da Gerd Huber, al pari di quella della vulnerabilità di Zubin, prende in considerazione svariati fattori nella genesi della patologia mentale schizofrenica. Il tempo della contrapposizione tra i sostenitori dei fattori genetici, ambientali e psicologici nella etiopatogenesi della schizofrenia non ha più motivo di esistere. La storia della psichiatria e della psicologia clinica insegna che queste contrapposizioni sono sterili e non portano da nessuna parte. Più che il continuo proliferare di teorie di parte si avverte oggi la esigenza di un modello che funga da super-teoria, e che sia in grado di accogliere sotto il suo ventaglio svariati punti di vista: biologico, dinamico, sociale, ecc. Continua..