Archivio per la categoria 'psicoanalitici'
Annotazioni sui sogni “esistenziali”
Pubblicato da redazione
Fonte : Annotazioni sui sogni sogni “esistenziali” di Mario Mulè
Agli albori del Novecento, S. Freud si accingeva a scrivere la sua opera fondamentale “ L’interpretazione dei sogni” e non riusciva a nascondere l’entusiasmo per la sua scoperta, lo svelamento, che gli era riuscito, del mistero dei sogni che da secoli interrogava l’umanità.
Come per altre geniali intuizioni, si trattava di una prima esplorazione di un mondo complesso, che era destinata ad arricchirsi di altre scoperte, di verifiche, di aggiunte e di correzioni.
Senza entrare nei particolari di questo percorso che ha visto come protagonisti, tra gli altri, Jung, Kohut ma anche cultori di neuroscienze, si può affermare che lo stato dell’arte consente alcune convergenze:
1. Il linguaggio del sogno è di tipo metaforico;
2. una importante funzione del sogno consiste nel solidificare ed organizzare la memoria degli eventi;
3. nei sogni vi è un tentativo di trovare una soluzione a problemi che hanno notevole valore per il soggetto;
4. i sogni sono un tentativo di raccontare “ lo stato del sé ” e quindi possono consentirne la conoscenza;
5. più che sul supposto significato latente, è utile concentrarsi su ciò che appare ( immagini, emozioni) considerandole come componenti di una tematica che aspira ad essere raccontata.
Liotti ammonisce di non cadere nella trappola di un pensiero costruttivista radicale che ritiene la lettura di un sogno una co-costruzione, una narrazione condivisa.
Invita i terapeuti a considerare l’esperienza emozionale come focus dell’attenzione, individuando quella ispiratrice del sogno tra le emozioni “ evoluzionisticamente determinate” e più specificamente nei sistemi interpersonali ( sistema dell’attaccamento, agonistico, di accudimento, sessuale, cooperativo.)
Epistemologia gruppoanalitica e articolazione dei setting terapeutici in un DSM
Pubblicato da redazione
Fonte: “Epistemologia gruppoanalitica e articolazione dei setting terapeutici in un DSM” di Nicoletta Della Torre, pubblicato in www.rivistaplexus.it
IL CAMMINO PERCORSO
I “primi passi” nella relazione d’aiuto:”scontro” con la complessità del lavoro sociale e clinico
Sono arrivata alla formazione in Gruppoanalisi dopo molti anni di lavoro “in prima linea” nel sociale, attraversando la formazione in DanzaMovimentoTerapia Espressivo-Relazionale con il dr. V. Bellia e un’esperienza personale di psicoterapia gruppoanalitica.
Ho cominciato durante gli anni universitari a “mettermi in gioco”, riuscendo spesso a sperimentare il positivo innescarsi di un circolo virtuoso tra motivazione allo studio e all’approfondimento teorico ed entusiasmo e curiosità nelle prime esperienze lavorative nel variegato mondo delle cooperative sociali. Nei tredici anni ormai trascorsi di lavoro in ambito sociale, educativo, psicologico, clinico e riabilitativo, ho cumulato esperienze “sul campo” come operatrice, come psicologa e come danzamovimentoterapeuta-psicologa, vivendo la possibilità di confrontarmi con vari contesti, sia ambulatoriali che residenziali, e con molteplici tipologie di utenti, per lo più con progetti a tempo limitato, fino a quello che da quattro anni è la mia principale attività presso un Istituto Clinico Riabilitativo per il trattamento multidisciplinare dei disturbi del comportamento alimentare e dell’obesità. Continua..
Area Traumatica e Campo Istituzionale
Pubblicato da redazione
Fonte: “Area Traumatica e Campo Istituzionale di Antonello Correale, Editore Borla
Sono passati ormai molti anni da quando la chiusura degli ospedali psichiatrici ha costretto psichiatri, psiçologi. infermieri, assistenti sociali e, in genere, ogni tipo di operatore psichiatrico, a misurarsi in,un faccia a faccia colla malattia mentale. Sono stati proposti innumerevoli convegni, congressi, giornate di studio. Da ogni parte si sono tentati e si tentano bilanci, valutazioni, sintesi. E da sempre si combatte una fondamentale battaglia, perché lo spirito di fondo di questa esperienza non venga perduto: la malattia mentale. come soggetto vivo, sofferente, tragico, ‘ma anche lucido, implacabile, non ipocrita, e il bisogno di un dialogo, che non sia paternalistico, pacificante, che non sia escludente, e che colga, della malattia mentale, il-tragiço potere di denuncia di una sofferenza indicibile di individui e della società che li circondano. Continua..