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Gruppoanalisi e Comunità Terapeutica

Fonte : “Gruppoanalisi e Comunità Terapeutica. Uno strumento di lavoro basato su supervisione, valutazione e ricerca” Edizioni FrancoAngeli, 2010 Raffaele Barone, Simone Bruschetta, Serena Giunta

L’intento di fondo che ci ha guidato nella redazione di questo libro è stato quello di fornire degli orientamenti teorici ed empirici sul dispositivo della Comunità Terapeutica intesa gruppoanaliticamente come setting specifico per la cura dei casi gravi orientato alla guarigione. Ma anche di presentare la metodologia e l’epistemologia gruppale nelle sue varie modalità operative ed applicazioni cliniche, con particolare riferimento ad aspetti ed esperienze terapeutico-analitiche (osservazioni in gruppo, carte di rete, gruppi terapeutici e gruppi di supervisione) effettuate ed osservate direttamente sul campo.

Sulla base di tali esperienze intendiamo contribuire alla riflessione scientifica e culturale sul contributo che le Comunità Terapeutiche hanno dato e possono ancora dare all’idea di una guarigione dalla grave patologia mentale; oggi intesa come reale obiettivo terapeutico secondo i più recenti orientamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Consideriamo infatti parte integrante della nostra pratica clinica la tensione etica verso una guarigione dalla patologia mentale che segua la definizione di Salute Mentale data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sin dal 2001, nel rapporto intitolato: Nuova visione, nuove speranze.

“La salute mentale è uno stato di benessere nel quale il singolo è consapevole delle proprie capacità, sa affrontare le normali difficoltà della vita, sa lavorare in modo utile e produttivo ed è in grado di apportare un contributo alla propria comunità”.

Con tale rapporto l’OMS fonda quel nuovo approccio alla salute mentale territoriale, riconoscendovi tra l’altro l’eccellente e la pionieristica funzione data dalla comunità scientifica italiana al suo sviluppo, da allora denominato Community Based Mental Health.

A questo approccio, sviluppato successivamente con il Libro Verde sulla Salute Mentale dalla Commissione Europea, riconosciamo il grande merito di aver introdotto nella definizione di salute

mentale quelle fondamentali istanze contestuali, di tipo psicologico, sociale ed economico, che la

gruppoanalisi italiana ha, sin dalla sua nascita, considerato come la matrice non soltanto del disagio

mentale ma anche della stessa identità psichica dell’essere umano.

Con questo libro ci proponiamo di valorizzare quindi le feconde intuizioni comunitarie della

gruppoanalisi al fine di presentare una pratica di cura elaborata a partire da tanti anni di esperienze

fatta in quello che l’OMS ha appunto chiamato il laboratorio italiano.

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La terapia gruppale-comunitaria dei pazienti con grave patologia mentale

I gruppi sono uno strumento potente in tale terapia, lo sapevano già da Enrique Pichon-Rivière e

Sigmund H. Foulkes, e possono essere usati anche in contesti comunitari residenziali con buone

probabilità di successo, non solo nella cura dei pazienti con grave patologia mentale, ma anche

come antidoto contro la sfiducia, la demotivazione, la depersonalizzazione, il burnout dei tanti

operatori coinvolti. In particolare ci riferiamo qui ai gruppi analitici di supervisione comunitaria e

formazione continua, sviluppati attraverso una pratica ventennale nelle comunità terapeutiche

italiane, ed ormai diventati uno specifico modello gruppoanalitico-soggettuale dei gruppi analitici

di psicoterapia comunitaria. Questi gruppi organizzano uno specifico asseto di lavoro che prevede

il loro svolgimento, attraverso sedute di una intera mezza giornata di lavoro, a cadenza settimanale,

e con il radicale coinvolgimento di tutta la comunità terapeutica residenziale nel suo complesso. Le

sedute sono strutturate sulla successione di tre set gruppali distinti, ancorché interconnessi: gruppo

equipe, gruppo di comunità, gruppo staff.

Il compito fondamentale di tali gruppi infatti è quello di concepire il processo terapeutico che la

comunità deve attivare per organizzare la cura di ciascun paziente. In essi è possibile concepire

altresì ogni nuovo ingresso nel campo mentale comunitario, permettendo ai pazienti di fare

l’esperienza dell’ammissione in un nuovo gruppo, della convivenza con gli altri partecipanti, ed

infine della separazione da questi e dal gruppo nel suo complesso. Attraversamenti questi, che

permettono a ciascun partecipante di elaborare un senso personale di appartenenza e partecipazione

alla vita della comunità terapeutica. Attraversamenti che sprigionano tutto il loro potenziale

terapeutico grazie alla loro organizzazione in seduta come dei veri e propri riti di passaggio, che

accompagnano i momenti significativi del processo terapeutico di ciascuno (primi fra tutti gli

ingressi e le dimissioni) e che si sedimentano nella memoria storica del gruppo stesso e della

comunità nel suo complesso.

Il contenuto del libro

Il libro si apre con una prima parte tutta dedicata alla relazione tra la comunità e la cura. La

comunità terapeutica è qui intesa soprattutto come comunità residenziale ma è d’obbligo sempre

contestualizzarla in una comunità locale che può intenzionare e sostenere la sua finalità terapeutica

oltre che residenziale. La cura deve quindi essere sempre finalizzata alla guarigione pena la

cronicizzazione non soltanto della patologia dei pazienti, ma a anche del ruolo sociale

dell’istituzione comunità terapeutica, e dei disturbi professionali stress-correlati degli operatoti. Per

guarigione intendiamo sia la ripresa di un processo evolutivo all’interso di un contesto vitale o

operativo paralizzato dalla cronicità specifica della patologia mentale, sia la risoluzione della

sintomatologia psichiatrica per una graduale accesso a sempre maggiori condizioni di benessere

psicologico, sociale ed economico.

La seconda parte, dal titolo la terapia e la supervisione, presenta invece i dispositivi terapeutici

gruppali utilizzati o utilizzabili in comunità, assieme alle modalità gestionali ed organizzative della

pratica di supervisione clinica ed istituzionale specifica per i contesti comunitari residenziali.

Pratica che verrà poi approfondita nella terza parte con una ricerca empirica sulla sua efficacia

clinica. In questa parte del libro, dal titolo la valutazione e la ricerca, vengono inoltre presentate

alcune riflessioni metodologiche sulla valutazione nel campo della salute mentale, oltre che alcuni

utili strumenti per la ricerca empirica e la pratica clinica. Tra questi citiamo il Colloquio Carta di

Rete, le procedure, la costruzione e la valutazione che vengono proposte in Appendice.

Buona lettura!

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